IL CORONAVIRUS
INFORMAZIONI GENERALI
Mai avrei
pensato nel lontano 2005 quando studiavo per l'esame di Microbiologia che uno
di quelle centinaia di virus mandati giù a memoria con tutte le loro
caratteristiche strutturali e biologiche, sarebbe diventato, ad un certo punto
più famoso, anzi oggi si dice "cliccato", del calciatore o della
cantante del momento.
Eppure, è
così: ormai anche i bambini più piccoli sono in grado di pronunciare in modo
più o meno fluido e sillabato questo nome lungo e regale, che potrebbe
benissimo far parte di un cartone animato di supereroi.
Ma partiamo
dall'inizio della storia.
Chi è il coronavirus?
È un grosso
virus a RNA; in realtà il nome si riferisce ad un gruppo di virus che hanno
caratteristiche molto simili, ma che si differenziano per lo più per le
implicazioni cliniche che possono determinare. L'ultimo arrivato nella famiglia
è proprio il SARS-CoV2.
Fra i membri
di questa famiglia, ve ne sono 7 in grado di infettare l'uomo: alcuni hanno
avuto maggiore successo mediatico, ad esempio il SARS-CoV, responsabile
dell'epidemia di SARS in Cina nel 2001 e l'attuale SARS-CoV2, responsabile del
COVID-19 (COronaVIrus Disease). Altri hanno fama minore, anche perché minori
sono i sintomi di cui spesso sono responsabili.
Il coronavirus
infatti, in genere, è responsabile della comune sindrome da raffreddore, anche
se noi pediatri lo abbiamo sempre temuto nel periodo invernale, poiché
responsabile, assieme ad altri colleghi virus, di bronchiolite nel periodo
neonatale.
Ma come
nasce un nuovo virus? I coronavirus sono virus zoonotici, derivano da animali
ed occasionalmente subiscono mutazioni che consentono loro di infettare l'uomo.
È quanto
avvenuto probabilmente per il nuovo coronavirus: è verosimile che
originariamente fosse un virus tipico dei pipistrelli, poi fra le bancarelle
dell'ormai famigerato mercato di Wuhan, lo scorso inverno, il virus ha
effettuato il salto di specie: dal pipistrello all'uomo.
Sintomi
Come detto, i coronavirus sono
responsabili di patologie che interessano principalmente le prime vie aeree e
che si manifestano con sintomi come:
- rinite
- mal di gola
- tosse
- malessere generale
l più delle
volte i sintomi si esauriscono in forme lievi, ma talvolta, specie in presenza
di fattori rischio come malattie preesistenti (cardiopatie, diabete,
ipertensione...), si possono osservare complicanze più impegnative con
coinvolgimento delle vie aeree più basse (polmonite virale).
Questo è
quanto si osserva anche nelle infezioni da SARS-CoV2.
I sintomi
sono piuttosto aspecifici (comuni a tante malattie), per cui la diagnosi è
molto complessa.
Trasmissione
La
trasmissione avviene esclusivamente per contatto interumano, cioè fra le
persone:
- attraverso le goccioline di saliva che normalmente eliminiamo quando si parla, si starnutisce o si tossisce
- toccando superfici contaminate (oggetti o altri individui) e portandosi quindi le mani alla bocca, al naso o agli occhi
- raramente per via fecale
Focus: Per quel che riguarda la sopravvivenza del
virus sulle superfici, proviamo a fare chiarezza. Il coronavirus è piuttosto
resistente, quindi può sopravvivere anche sugli oggetti per diverso tempo.
Sulle superfici esposte alle intemperie ed agli agenti atmosferici (si è tanto
parlato della sopravvivenza sull'asfalto) ha una sopravvivenza inferiore,
rispetto a "superfici interne" (scrivanie, tavoli, maniglie...).
Trattamento
Non
esistono, al momento attuale, trattamenti specifici che consentano la
guarigione. Non mi soffermerò sui farmaci in sperimentazione perché non
garantiscono ancora risultati scientificamente attendibili.
Essendo un
virus nuovo, l'intera popolazione risulta suscettibile all'infezione. Pertanto,
in attesa di un vaccino efficace, le uniche misure in grado di contenere il
contagio sono legate alla riduzione dei contatti interpersonali; da qui la
necessità dell'isolamento.
Raccomandazioni
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) ha diramato le seguenti raccomandazioni:
- evitare il contatto stretto con soggetti affetti da infezioni respiratorie acute;
- lavare frequentemente le mani, in particolare dopo contatto con persone malate o quando si rientra in casa; utilizzare sapone o gel a base alcolica.
- tossire o starnutire in un fazzoletto monouso e quindi lavarsi le mani o nella piega del gomito
- evitare di toccarsi con le mani bocca, occhi o naso
- evitare contatti ravvicinati (distanza minima di un metro), strette di mano o contatti diretti
- persone con sintomi di infezione acuta delle vie aeree devono rimanere a casa;
CONSIGLI PER LA GESTIONE DEGLI AMBIENTI CHIUSI
- Garantire un buon ricambio di aria anche più volte al giorno
- Aprire le finestre più distanti dalla strada
Pulire le superfici o gli arredi con soluzioni a base di alcol al 75% o ipoclorito di sodio (candeggina) allo 0,5%
- Leggere sempre con attenzione le etichette dei prodotti utilizzati.
- Non mescolare mai diversi prodotti.
- Non travasare mai i prodotti in altre bottiglie, specie se di bevande potabili.
- Non lasciare mai i detergenti a portata di bambino.
- Arieggiare il locale dopo la pulizia.
Pulire con regolarità le griglie per la ventilazione o i filtri dei condizionatori
- Utilizzare un panno inumidito con sapone o alcool
LA GESTIONE QUOTIDIANA AL TEMPO DELL'ISOLAMENTO
La scuola è
chiusa ormai da tanto tempo e chissà per quanto tempo ancora. La gestione dei bambini
e del loro tempo così dilatato non è semplice e diventa sempre più complessa
man mano che le settimane di isolamento si prolungano.
È importante
quindi trovare risorse e strategie che consentano ai piccoli di vivere con
quanta più serenità possibile questo momento storico.
È chiaro che
le situazioni sono diverse a seconda dell'età dei bambini, eppure è importante
individuare alcune direttrici che ci permettano di fornire le giuste risposte
alle diverse esigenze dei più piccoli.
Raccontare la pandemia ai più piccoli
Innanzitutto,
è necessario capire se è opportuno o meno parlare della pandemia con i più
piccoli. Ovviamente i genitori devono trovare le parole e le modalità giuste
per dare corrette informazioni ai propri figli. I bambini ascoltano e percepiscono
le preoccupazioni dei più grandi, quindi è importante che i genitori forniscano
informazioni corrette, senza la necessità di prospettare scenari o effettuare
fosche previsioni: parlare del perché la scuola in questo momento sia chiusa,
del motivo per il quale non è possibile incontrare i nonni o gli amici, parlare
quindi del virus e di come avviene il contagio.
I bambini
hanno la necessità di far riferimento ad esperienze già note, quindi è
importante fare esempi che derivano dalle loro esperienze passate e quotidiane:
"ricordi quando sei stato a casa con la febbre? Bene, questo è un nuovo
virus contro il quale non abbiamo farmaci né un vaccino, quindi è necessario
stare in casa... "
A loro volta
i genitori devono sforzarsi di acquisire informazioni dai canali ufficiali e
non correre dietro alle numerose notizie del web o al sentito dire,
anche in questo modo aiutano il bambino a farsi un'idea più precisa e mantenere
il controllo delle proprie emozioni.
È bene
guardare il telegiornale con i figli più piccoli? In questo caso il consiglio è
quello di mantenere invariate le abitudini familiari: se si era già abituati a
guardare i notiziari, è bene continuare a farlo ma è opportuno filtrare con le
dovute spiegazioni quanto viene riportato dalla cronaca giornalistica e
lasciare adeguato spazio alla richiesta di spiegazioni da parte dei
bambini.
Le regole di
prevenzione (distanziamento sociale, lavaggio delle mani...) vanno condivise
con i più piccoli: è fondamentale spiegare ai bambini tali regole, sarà più
facile ottenere che le rispettino in modo attivo e consapevole.
È importante
essere chiari e diretti: dire sempre la verità, chiaramente cercando le giuste
modalità in rapporto all'età e al grado di comprensione del bambino; nel
contempo cercare di infondere speranza e tranquillità sottolineando come
seguendo le regole si riduce il rischio di contagio e che i grandi stanno
facendo di tutto per risolvere al più presto questo problema.
Affrontare i cambiamenti del comportamento
Che fine ha fatto il mio bambino?
In questo
periodo osserviamo una gamma molto vasta di comportamenti che si susseguono
molto rapidamente. Noi genitori dobbiamo fare i conti con atteggiamenti nuovi o
con regressioni inaspettate che riguardano il nostro bambino.
Ancora una
volta tutto questo deriva dal fatto che il piccolo non è in grado di
verbalizzare i suoi stati d'animo e le sue emozioni e si trova a vivere
un’esperienza completamente nuova e per la quale rischia di non avere gli
strumenti psicologici.
Dobbiamo
essere noi adulti ad individuare i segnali ed i messaggi che il piccolo ci
invia, a raccoglierli e fornire quindi le risposte più adeguate.
Quali
comportamenti possiamo osservare più frequentemente nei bambini?
Aumento dei capricci
Spesso noteremo come il piccolo presenti scatti di ira
o di rabbia anche per situazioni che prima gestiva con molta facilità, sarà più
propenso allo scontro e alla sfida dell'autorità genitoriale. Talvolta potremo
notare anche repentini cambi di umore: da un momento di buon umore ad un
improvviso capriccio oppure un frequente piagnucolio. Sono meccanismi che il
bambino mette in atto per esternare la sua ansia e le sue paure.
Regressione
Non c'è da stupirsi, né tanto meno da preoccuparsi, se
noteremo atteggiamenti regressivi nel nostro bambino: è verosimile che mostri
comportamenti che ci facciano pensare ad una riduzione delle autonomie o delle
acquisizioni già sviluppate in passato. Non spaventiamoci se torna a
bagnare il letto, se talvolta assume linguaggio o comportamenti tipici di
bambini più piccoli. È il suo modo di chiedere all'adulto vicinanza e
protezione.
Iperattività ed atteggiamenti rumorosi
L'isolamento e la clausura forzata è di gran lunga più
faticosa per i più piccoli che hanno bisogno di fare attività e giochi
corporei. Per questo è facile che in casa li vedremo saltellare, correre o fare
attività più fisiche ed inevitabilmente rumorose: sentono il bisogno istintivo
di scaricare la loro energia corporea, pur costretti fra le mura domestiche
Disturbi del sonno
Notiamo in
questo periodo numerose richieste di aiuto per le alterazioni del sonno dei più
piccoli, dalle difficoltà nell'addormentamento ai risvegli più frequenti con
eventualmente anche numerosi episodi di incubi.
Il sonno è
il momento nel quale cadono i meccanismi di difesa psicologici e si manifestano
con più evidenza i timori e le ansie che il piccolo ha vissuto durante il
giorno e magari non ha esternato.
Difficoltà di concentrazione
Passare da un'attività all'altra, lasciando a metà un
gioco, un disegno o i compiti.
Cosa fare?
Bene, a questo punto abbiamo preso consapevolezza del fatto che gli atteggiamenti messi in atto, non derivano semplicemente da un atteggiamento negativo del bambino, ma sono il frutto delle emozioni che in questo periodo sta vivendo.
Come
possiamo noi adulti aiutarlo a canalizzare positivamente le sue energie?
Per prima
cosa è fondamentale ridurrei rimproveri, specie quelli che inducono
mortificazione ("quando fai così sembri un bimbo piccolo",
"non fai altro che lagnarti", "sei sempre il solito
pasticcione"...) e provare ad assumere un atteggiamento accogliente
(capisco che non sia sempre automatico!): far capire al bambino che siamo
consapevoli del suo stato d'animo, lo abbiamo colto e siamo lì per offrire un
aiuto, una coccola, un conforto.
Le tappe
utile ad interrompere un momento difficile potrebbero essere le seguenti:
- Accogliere: capisco che tu sia triste in questo momento
- Validare: mi spiace ti senta così, è una situazione difficile, vero?!
- Aprirsi al dialogo: vuoi che ne pariamo un attimo?
- Dare conforto: cosa ti potrebbe aiutare in questo momento? Vuoi una coccola? Leggiamo un libro? Facciamo insieme quel gioco?
Fondamentale
è anche individuare i triggers, ovvero le scintille che scatenano un
comportamento aggressivo o di opposizione: un evento, un suono, uno stato
d'animo di un adulto, un bisogno primario del bambino (fame, sonno, stanchezza...)
non letto da parte del genitore.
Mantenere una routine quotidiana
I bambini
sono gli esseri più routinari che esistano! La scuola chiusa, lo sport
interrotto, l'impossibilità di vedere parenti o amici che si frequentavano
abitualmente, la mancanza del parco e degli spazi aperti, destabilizzano
fortemente i piccoli. Pertanto, visto che ormai l'isolamento si sta
prolungando, è opportuno fissare alcune regole che aiutino il bambino ad
orientarsi meglio nel tempo quotidiano e gli consentano di mantenersi in
attività con ordine.
1. Fissare una sveglia che sia consona
I bambini, anche se sono a casa da scuola, devono
percepire il fatto che non sono in vacanza; pertanto è opportuno che si
sveglino sempre alla stessa ora ed in un momento non troppo lontano dalla
sveglia abituale del periodo scolastico.
2. Compiti ed attività
È bene che la prima parte della giornata sia dedicata
alle attività scolastiche: compiti, lettura, disegni...È il momento della
giornata in cui è più opportuno sfruttare le energie mentali, i
bambini sono più propensi a rimanere concentrati a lungo e vedranno il
successivo momento di gioco come un meritato riposo dopo le attività quotidiane
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