VOMITO


IL VOMITO


È uno dei sintomi che procurano maggiore preoccupazione e che portano a chiamare il pediatra con notevole frequenza. Proprio quest’ultimo aspetto mi induce a parlarne!
Spesso però si verifica in momenti in cui non si riesce a contattare il pediatra (di notte o nel fine settimana), pertanto proviamo a focalizzare alcuni punti per saperci orientare fra le cose da fare o non fare e sapere quando è necessario chiamare il pediatra.

Cause
Le cause del vomito sono molteplici:
-       Gastroenterite acuta: si associa anche a diarrea acuta e all’origine vi sono forme virale (raramente batteriche)
-       Alterazione nel processo digestivo
-       Intossicazioni alimentari
-       Febbre alta
Oltre al fatto che è una condizione assolutamente spiacevole, la principale complicanza del vomito è la disidratazione, derivante dall’eccessiva perdita di liquidi e sali minerali. Infatti, se tali perdite (specie se il vomito è associato a diarrea) non sono adeguatamente compensate da un adeguato reintegro, il piccolo può andare incontro a disidratazione.
La disidratazione è diversa a seconda dell’età, ma è sempre grave nei bimbi piccoli con meno di due anni; anche a causa del fatto che il pericolo si concretizza più facilmente nei bambini piccoli dove bastano pochi episodi di vomito; per i bambini più grandi è necessario che il vomito sia prolungato prima di poter determinare il rischio di una eccessiva perdita di liquidi e minerali.

Prevenzione
Cosa è necessario fare quindi per prevenire la disidratazione?
1.    Instaurare una adeguata idratazione
L’idratazione deve essere lenta e costante: circa 5 ml (equivalenti ad un cucchiaino) ogni 5 minuti. Se l’idratazione fosse eccessivamente rapida, lo stomaco tenderebbe a riempirsi troppo, in un arco di tempo breve, e questo potrebbe provocare nuovi episodi di vomito.

2.    Utilizzare bevande a base di sali minerali e carboidrati
Tali bevande si trovano in commercio e sono opportunamente formulate per riequilibrare in maniera opportuna le perdite. Si consiglia di offrirle fresche, poiché sono poco appetibili, in quanto salate.

3.  Evitare bevande gassate o zuccherate (succhi di frutta): generalmente peggiorano i sintomi ed incrementano gli episodi di vomito

4.    Proseguire e favorire l’allattamento, se il piccolo è allattato al seno,

5.    Evitare il latte vaccino, almeno nella prima fase

Trattamento
Non esistono rimedi specifici, in età pediatrica che consentono di arrestare il vomito; peraltro, ricordiamo che il vomito è un meccanismo di difesa che consente di eliminare l’insulto (infettivo o tossico) che causa il malessere. I farmaci in uso sono difficili da utilizzare: la tossicità e gli effetti collaterali possono comportare gravi rischi, quindi sono usati esclusivamente in ambiente ospedaliero.
Pertanto, nei bambini si preferisce, almeno in prima istanza e in ambiente domestico, evitare la somministrazione di farmaci e ricorrere, se proprio necessario a rimedi naturali: ad esempio lo zenzero è un potente antiemetico e viene spesso utilizzato in diverse formulazioni fitoterapiche.

Chiamare il pediatra se…
La prima fase del vomito può quindi essere gestita a domicilio. Ma talvolta si rende necessaria la valutazione pediatrica.
Quali sono gli aspetti da valutare che devono far scattare il campanello d’allarme?
1.    Perdita di peso, specie nei bimbi piccoli
2.    Cambiamento dell’atteggiamento del bimbo: diventa irrequieto o agitato oppure apatico e sonnolento
3.    Respirazione accelerata
4.    Occhi in fossati e cerchiati
5.    Labbra e lingua secche e asciutte
6.    Cute delle mani e dei piedini fredda
7.    Si riduce la diuresi: il bimbo piccolo non bagna pannolini, il bimbo più grande non fa la pipì.

Alimentazione: se e quando
Il bambino che vomita è un bambino che non mangia. Per quanto questo possa sembrare logico e scontato, spesso questo “non mangiare” preoccupa il genitore. In questa fase è bene ricordare che l’idratazione è di gran lunga più importante rispetto alla alimentazione: è più importante insistere con il bere piuttosto che con il mangiare.
Quindi evitare che il bimbo si alimenti se non sono passate almeno due o tre ore dall’ultimo episodio di vomito e mai forzare il piccolo a mangiare. Se proprio chiedesse qualcosa da mangiare offrire piccole quantità di cibi secchi (cracker, grissini, pane) o parmigiano reggiano, alimento molto ricco di minerali.
Solo in una fase successiva, si potrà provare ad aumentare le quantità offrendo però sempre cibi facilmente digeribili: riso, pollo lesso, patate o carote bollite.

Il vomito è uno di quei sintomi nei quali è opportuno mantenere la calma per evitare che anche il bambino si preoccupi eccessivamente e armarsi di tanta pazienza, ricordando che l’aspetto più importante è mantenere equilibrio fra la quantità di liquidi persi e la quota di liquidi assunti.

Nessun commento:

Posta un commento