SVEZZAMENTO


LO SVEZZAMENTO

Lo svezzamento è il periodo di transizione più importante nella storia alimentare del bambino durante il quale il latte, materno o artificiale, cessa di essere l'unico alimento del lattante e viene gradualmente sostituito da cibi semi-solidi diversi, fino al raggiungimento di una dieta varia. Questo cambiamento deriva dalla necessità di apportare al bambino un'adeguata e bilanciata quantità di nutrienti che, dopo i primi mesi di vita, non è più garantita dall'alimentazione lattea esclusiva.
Tuttavia, il termine “svezzamento” (letteralmente “togliere il vizio”) dovrebbe essere sostituito dalla più corretta espressione “alimentazione complementare”: il bambino, quando è pronto, inizia ad assaggiare nuovi cibi che integrano il latte, non lo sostituiscono. Il latte, soprattutto se materno, continuerà ad essere una fonte importante di nutrimento del piccolo, anche quando alcuni cibi andranno a completarne l'alimentazione.

A che età iniziare lo svezzamento?
L'età di inizio della prima pappa non è necessariamente uguale per tutti i lattanti. Finché l'alimentazione lattea esclusiva, specie se da latte materno, riesce a garantire un adeguato accrescimento non è necessario iniziare assaggi di nuovi cibi né una vera pappa.
Inoltre, affinché il piccolo possa davvero apprezzare la nuova modalità di alimentazione è necessario che abbia raggiunto alcune indispensabili tappe motorie.
È quindi molto importante osservare il bambino: sarà lui a farci capire quando è il momento di cominciare.
In particolare, sono tre le caratteristiche motorie che rendono un lattante in grado di assaporare nuovi cibi:
1) è in grado di rimanere seduto da solo o con minimo sostegno
2) è capace di afferrare un oggetto e portarlo alla bocca con le manine
3) riesce a tenere i cibi in bocca per poi masticarli e deglutirli

Recenti studi dimostrano che è opportuno comunque iniziare l'alimentazione complementare in un periodo compreso fra il 4° e il 7° mese di vita. Questa necessità nasce soprattutto per prevenire allergie alimentari che potrebbero manifestarsi se i cibi vengono introdotti troppo precocemente o eccessivamente in ritardo e per evitare carenze nutrizionali (soprattutto di ferro, calcio e vitamina D) che potrebbero subentrare nel caso di alimentazione lattea esclusiva oltre il settimo mese. 
È questo inoltre il periodo nel quale è necessario introdurre il glutine per ridurre il rischio di insorgenza di malattia celiachia.

Come cominciare?
Per questioni di praticità è opportuno iniziare l'alimentazione complementare seguendo una ricetta ben precisa e riservando la pappa solo una volta al giorno: questa prima fase serve infatti soprattutto per farsì che il piccolo si abitui alla nuova modlaità di alimentazione con il cucchiaino. E' ovvio però che assaggi di alimenti durante i pasti della famiglia non sono assolutamente vietati (specie se la famiglia ha una dieta sana e corretta) e va incoraggiata la curiosità del bambino.

La ricetta della prima pappa
In un litro di acqua far bollire una o due patate sbucciate, una o due carote sbucciate e le verdure presenti durante la specifica stagione.
Utilizzare 150-180 ml di brodo nel quale stemperare:
-      3-4 cucchiai di farina: alternativamente si possono usare crema di riso, mais e tapioca, semolino, crema multicereali
-      1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
-      1 cucchiaino di parmigiano reggiano (stagionato 24 o 36 mesi)
-      30 g di carne omogeneizzata (fresca o dal vasetto in commercio) tacchino, pollo, coniglio, agnello, manzo, vitello, cavallo
-      In alternativa alla carne si possono utilizzare i seguenti “secondi”:
-      30 g di pesce (fresco o dal vasetto in commercio): nasello, orata, trota, merluzzo
-      30 g di latticini (ricotta vaccina o mista, stracchino, robiola)
-      30 g di legumi decorticati (lenticchie, ceci, piselli, fagioli)

Per quel che riguarda l’introduzione dell’uovo, si consiglia di farlo assaggiare le prime volte nei preparati all’uovo: il suggerimento è quello di introdurlo attraverso porzioni di ciambella o biscotti fatti in casa, dove l’uovo viene cotto in forno a 180° per mezz’ora circa. Se dopo questi assaggi, il piccolo non avrà manifestato alcuna reazione, l’uovo potrà essere introdotto anche nella pappa, utilizzando dapprima solo il tuorlo e poi, se non si sono manifestate particolari reazioni, anche l'albume.

Quindi si può gradualmente incrementare la quantità di brodo fino a circa 200-250 ml, aumentando anche la quantità di farina (4-5 cucchiai), e di secondo (40-50 g)
Dopo circa 3-4 settimane al brodo si possono aggiungere anche 3-4 cucchiai di  verdure cotte e passate con il passaverdure (evitare di frullarle con il mixer per ridurre la quota di fibre offerte al piccolo).

Come si può notare, la pappa del piccolo è un piatto unico nel quale troviamo tutti gli elementi necessari per una corretta alimentazione: carboidrati (farine), vitamine e sali minerali (verdure e brodo di cottura), proteine e grassi (carne, pesce, legumi o latticini). Ogni pappa è quindi costituita dal “primo”, dal “secondo” e dalle verdure, sebbene in un piatto unico.

La pappa a cena potrà essere introdotta quando il bambino avrà sufficientemente familiarizzato con la nuova modalità di alimentazione (un paio di settimane in genere) ed è in grado di terminare almeno 2/3 di porzione di pappa.

A questo punto si può anche iniziare ad offrire l'acqua attraverso diverse modalità: biberon, cucchiaino, bicchieri con maniglie e beccuccio...

La pappa deve essere priva di sale per tutto il primo anno di vita, periodo durante il quale si completa la maturazione della funzionalità renale ed è fondamentale non sovraccaricarli con eccessivi introiti di sale.

Consigliamo, in accordo con le recenti raccomandazioni internazionali, di aspettare fino ad un anno circa di età per l'introduzione del miele artigianale perché può causare, seppur molto raramente, una malattia molto grave (botulismo infantile). Anche per la sostituzione del latte materno (o formulato) con il latte di mucca sarà bene attendere il compimento del primo anno di vita perché il latte vaccino è poco ricco di ferro e le sue proteine potrebbero non essere ben metabolizzate dal piccolo (ma lo si può usare per la cottura di altri alimenti o sotto forma di derivati)

È bene aumentare la varietà degli ingredienti: migliora l'appetito, accresce l'accettabilità di sapori diversi e accresce la probabilità di far assumere al piccolo tutto ciò di cui ha bisogno: non scoraggiarsi ai primi rifiuti, ma insistere con le proposte. Numerosi studi dimostrano come siano necessarie anche 8-9 proposte dello stesso alimento prima che il bambino possa accettarlo...ricordiamocelo anche quando sarà più grande!

I cibi per l'infanzia di produzione industriale non offrono specifici vantaggi rispetto a cibi freschi di qualità e ben preparati, che vanno quindi sempre preferiti.
È consigliabile comprare gli alimenti del proprio territorio più freschi e saporiti e che rispettano la stagionalità

Le merende
Man mano che il piccolo si abitua al cucchiaino, sarà possibile aggiungere altri pasti rispetto al solo pranzo. In particolare, si possono introdurre le merende di metà mattina e metà pomeriggio.
La merenda può essere costituita alternativamente da: latte materno (o artificiale), yogurt intero bianco o alla frutta, frutta fresca frullata. (La frutta può costituire anche il fine pasto se il bambino gradisce).
Non aggiungere zuccheri alle merende.



Il bambino mangia in famiglia
Il momento del pasto può e deve trasformarsi in un momento di convivialità e
reciproco scambio familiare; per questo è bello ed opportuno che, quando possibile, l'intera famiglia si riunisca per il pasto, senza escludere il nuovo arrivato che deve essere coinvolto.
E' importante, infatti, coinvolgere il piccolo nel momento del pasto, anche se magari ha già mangiato: questa modalità sarà utile per assecondare la curiosità del bimbo nei confronti di cibi nuovi e farsì che possa sperimentare nuovi gusti e sapori.
Quindi è assolutamente consentito lasciare davanti al piccolo un piattino con un piccolo "assaggino" di quello che mangiano mamma e papà, lasciando che il piccolo sperimenti con le mani e con la bocca (e che sporchi adeguatamente il pavimento!).
Ovviamente l'"assaggino" è consentito solo se mamma e papà mangiano in modo sano e adeguato: non offriamo al piccolo di sei mesi l'hamburger e le patatine fritte del fast food! Anche nei cibi di mamma e papà limitiamo il sale: tale riduzione è salutare per l’intera famiglia!
È quindi questa l'occasione per migliorare eventualmente l'alimentazione della famiglia se ci sono degli errori alimentari.
La famiglia è infatti il modello di riferimento per il bambino, anche per quel che riguarda il cibo: i genitori potranno cogliere l'opportunità di mangiare in modo sano e saporito e trasmettere così fin da subito ai propri figli l'amore per la buona tavola e la corretta alimentazione. Sarà il modo per educare ad una dieta sana e l'occasione per educare ad una dieta sana tutti i componenti.

BUON APPETITO!!!

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