La dermatite
atopica è una infiammazione cronica della pelle, una patologia che non guarisce
se non in tempi estremamente lunghi, ma i cui sintomi possono essere
adeguatamente controllati e gestiti.
La malattia
procede a fasi alterne: peggiora tipicamente durante i mesi invernali e
migliora in estate; le infezioni, specie quelle virali che danno manifestazioni
cutanee (varicella, herpes…), tendono a dare riacutizzazioni dalla dermatite
atopica.
La cute si
irrita perché, sin dalla nascita, è carente degli elementi che normalmente la
rendono più elastica e resistente e di conseguenza tende a perdere liquidi, a
seccarsi e infiammarsi sotto l’azione di alcuni agenti esterni.
Colpisce i
bambini fin dai primi mesi di vita e i suoi sintomi si prolungano spesso per i
primi anni di vita fino all’età scolare.
Non esiste una
causa precisa che determina la patologia, ma piuttosto la dermatite atopica
deriva da un intreccio di diverse cause: sicuramente vi è una componente
genetica (allergie, familiarità) che, quando associata a stimoli ambientali (detergenti,
polvere, prodotti industriali, agenti atmosferici…), è in grado di determinare
la comparsa dei sintomi
Contrariamente
a quanto si pensa, solo raramente e in casi molto gravi questa malattia è
legata ad allergie alimentari e per questo non sono quasi mai indicati test o
diete particolari.
Sintomi
La dermatite atopica si presenta con cute secca che in alcune zone tende ad arrossarsi, diventare umida e pruriginosa. Il prurito può essere costante, generalmente più intenso di notte, e può verificarsi anche in assenza di lesioni.
La dermatite atopica si presenta con cute secca che in alcune zone tende ad arrossarsi, diventare umida e pruriginosa. Il prurito può essere costante, generalmente più intenso di notte, e può verificarsi anche in assenza di lesioni.
In generale la
dermatite tende a presentarsi in alcune specifiche zone del corpo, che posso
variare soprattutto in base all’età del bambino.
Nei neonati e
nei bambini piccoli (dai 3-6 mesi fino a un anno circa) i sintomi si
evidenziano più frequentemente sul viso e sugli arti. Verso i 5 anni, le
lesioni sono più frequenti agli arti e al tronco, mentre, nei bambini più
grandi, si localizzano tipicamente alle pieghe del gomito e delle ginocchia, e
attorno a occhi e bocca.
A volte, anche
a causa delle piccole ferite che i bambini si procurano grattandosi, possono
verificarsi delle sovrainfezioni cutanee batteriche e la pelle può diventare
ancora più umida o presentare zone con croste e pus.
Terapia
Rimedi naturali
Trattare la pelle con molta cura e idratarla è il modo
migliore per ridurre le riacutizzazioni e la gravità dei sintomi. Vediamo
alcuni consigli utili:
- Si consiglia di effettuare il bagnetto 2 o 3 volte a settimana, con acqua tiepida, non eccessivamente calda; è importante che non superi i 5 minuti, dal momento che la permanenza in acqua richiama liquidi e secca ulteriormente la pelle. Ancor meglio sarebbe la doccia.
- Il detergente da usare deve essere delicato e il più naturale possibile, meglio se non schiumogeni. Indicato è il sapone di marsiglia. Il sapone, in ogni caso, va risciacquato con molta cura.
- Dopo il bagno, o comunque almeno una volta al giorno, tutto il corpo va idratato con una crema base: fra i prodotti naturali vanno bene l’olio di mandorle o anche il burro di karitè (quest’ultimo se la pelle è particolarmente secca, ma va ben spalmato). Si consiglia di spalmare la crema o l’olio con cute ancora lievemente umida.
- Non sfregare per asciugare il bambino, ma tamponare con asciugamani morbidi.
- Tenere le unghie del bambino sempre molto corte e pulite, per ridurre il rischio di lesioni da grattamento.
·
Lavare i panni a 6 con sapone di marsiglia ed
evitare detergenti aggressivi ed ammorbidente. Risciacquare abbondantemente.
- Utilizzare indumenti di fibra naturale (cotone, lino o seta) e poco colorati, almeno per quanto riguarda la biancheria intima e le lenzuola
Cura e terapia
Sulle lesioni attive, cioè quelle più rosse
e spesso umide è necessario applicare delle creme
antinfiammatorie, di solito a base di
cortisone, in piccola quantità e fino a quando il
sintomo non scompare. I cortisonici di ultima generazione hanno un basso
assorbimento e perciò non comportano effetti collaterali per l’organismo; a
volte vengono prescritti dal pediatra in preparati “galenici”, ovvero mischiati
con altri componenti in modo da attenuare la potenza del cortisone e sfruttare
gli effetti idratanti e antinfiammatori di ingredienti come la crema base, l’olio
d’oliva o l’ossido di zinco.
Vanno somministrati in strati molto
sottili, meglio se alla sera.
Dato che il prurito è causato dalla pelle secca e non dalla liberazione di istamina, gli antistaminici funzionano poco e vengono prescritti solo in casi particolari.
Dato che il prurito è causato dalla pelle secca e non dalla liberazione di istamina, gli antistaminici funzionano poco e vengono prescritti solo in casi particolari.
In caso di mancato miglioramento con la
terapia cortisonica locale, o se il rossore dovesse peggiorare, contattare il
pediatra, nel sospetto di una sovrainfezione batterica.
Quando si presentano sovrainfezioni batteriche possono essere utili, sempre su prescrizione del pediatra, creme antibiotiche, ma se trattiamo la pelle del nostro bambino con attenzione, questo problema si verificherà raramente.
Quando si presentano sovrainfezioni batteriche possono essere utili, sempre su prescrizione del pediatra, creme antibiotiche, ma se trattiamo la pelle del nostro bambino con attenzione, questo problema si verificherà raramente.
Idratazione
Ricordiamoci che la pelle atopica dipende da una
predisposizione di tipo genetico, va ben gestita e tende a ripresentarsi. La
terapia migliore è idratare la pelle con costanza e usare pomate cortisoniche
nei casi in cui si presentino lesioni attive.
La dermatite atopica migliora con la crescita
ma in alcuni casi può rimanere o ripresentarsi anche nei bambini più grandi e
negli adulti. Non sono necessari esami particolari né diete, solo tanta
pazienza.
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